La tartaruga gigante di Aldabra, reginetta delle Seychelles 12 settembre 2019


Tartaruga di Aldabra, Seychelles

Tartaruga di Aldabra, Seychelles

Tartaruga gigante, Seychelles

Tartaruga gigante, Seychelles

Le tartarughe giganti sono perlopiù erbivore

Le tartarughe giganti sono perlopiù erbivore

La tartaruga gigante di Aldabra, reginetta delle Seychelles

La tartaruga gigante di Aldabra, reginetta delle Seychelles

Gigantesca e longeva, la tartaruga di Aldabra – atollo paradisiaco delle Seychelles – è una testuggine unica, figlia di un ambiente isolato e incontaminato.

Gigantesca e longeva, la tartaruga di Aldabra – atollo paradisiaco delle Seychelles – è una testuggine unica, figlia di un ambiente isolato e incontaminato.

 

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È la più grande tartaruga di terra dopo quella delle Galapagos: gli esemplari maschi raggiungono i 120 centimetri di lunghezza e pesano fino a 250 chili, mentre le femmine misurano circa un metro e hanno un peso che oscilla tra 150 e 170 chili. La tartaruga gigante di Aldabra (Aldabrachelys gigantea) è un portento della natura, le cui notevoli dimensioni sono principalmente dovute alla mancanza di predatori nel luogo di origine, rimasto isolato per migliaia di anni.

Aldabra è un atollo corallino delle Seychelles (Outer Islands), il maggiore dell’Oceano Indiano, situato a oltre mille chilometri a sud-ovest di Mahé.
Composto da quattro isole maggiori disposte ad anello e da decine di isolotti e scogli situati perlopiù all’interno della sua splendida laguna, l'atollo ha coralli antichissimi e, oltre alle testuggini giganti, ospita tartarughe di mare, granchi e uccelli marini assai singolari e svariate piante da fiore endemiche. Non a caso, nel 1982 l’Unesco ha inserito Aldabra nella lista dei Patrimoni dell’Umanità.


Qui la natura è padrona: si tratta di una delle poche zone al mondo prive di popolazione umana permanente, tolto il personale della Seychelles Islands Foundation che gestisce l'atollo. L'antropizzazione non c’è stata per via della mancanza di riserve d'acqua dolce, pertanto Aldabra ha vissuto e vive incontaminata, in un beato isolamento che preserva le sue unicità, tartarughe giganti incluse.


Eppure l'uomo ci ha provato a decimare questa specie, manco a dirlo. A partire dalla metà del Settecento, i marinai occidentali approdati ad Aldabra (che fu colonia prima francese e poi britannica) presero l'abitudine di caricare a bordo le testuggini per avere carne fresca durante le lunghe traversate. Fortunatamente dal Novecento le cose cambiarono e ora le tartarughe giganti sono circa 150mila e non corrono gravi pericoli se non quelli legati all'esclusività dell'habitat, ragione per cui sono state introdotte in altre isole dell'Oceano Indiano.


La loro eccezionalità non sta solo nelle dimensioni ma anche nella longevità: possono superare abbondantemente i 100 anni di età, trascorrendo pacificamente le giornate in cerca di erbe e piante legnose con cui cibarsi e di pozze d'acqua o fango in cui immergersi. Raggiungono la maturità sessuale intorno ai 20 anni e le femmine, una volta pronte alla deposizione, scavano una buca per le loro uova, che poi ricoprono con la terra smossa. Dopo 7/8 mesi di incubazione le uova si schiudono e i piccoli, indipendenti fin dalla nascita, iniziano subito a scorrazzare.


È possibile raggiungere Aldabra con escursioni in giornata dal porto di Mahé: il viaggio è lungo, ma entrare in questo straordinario ecosistema – rigorosamente in punta di piedi – lascia senza parole.

 

(12 settembre 2019)

 

 

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